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L’ORIGINE DELLA FILOSOFIA DEL MATERIALISMO di Piero De Sanctis

La filosofia del marxismo è il materialismo ( Lenin)

Scoperto nel 1897 dal fisico Joseph J. Thomson, premio Nobel nel 1906, l’elettrone è stata la prima particella elementare a essere identificata e studiata; oggi si può affermare che sia la particella meglio conosciuta.

La fantasia necessaria – ci ricorda il grande fisico Carlo Bernardini – per immaginare che tutta la materia che ci circonda non sia “compatta”, “continua” come si dice nel gergo dei fisici, bensì fatta di corpuscoli in movimento, gli atomi, è veramente strabiliante. Perché l’apparenza dei muri delle case,dell’acqua, della stessa aria, non è certo granulare: né alla vista, né al tatto si percepisce qualche cosa che sia scomponibile in piccoli elementi costitutivi.

Eppure l’idea di una possibile struttura atomica della materia è molto antica, sia pure come una geniale intuizione o come “possibilità filosofica”; interrogativi inquietanti si sono posti agli antichi pensatori: se lo spazio non è tutto uniformemente pieno e gli atomi si muovono in esso, dove non ci sono atomi c’è il vuoto. Ma il vuoto è un concetto ostico, difficile da capire e molti lo rifiutano. Secondo la testimonianza di Aristotele, l’elemento più importante nella concezione dei filosofi ionici  ( Talete, Anassimandro, Anassimene) era il fatto che essi riconoscevano soltanto la base materiale del mondo e ritenevano che tutte le cose esistenti derivassero da questa base. « Da essa nascono – dice Aristotele – tutte le cose all’inizio ed in essa si riconvertono dopo la loro definitiva distruzione ; inoltre la sostanza fondamentale rimane immutabile e variano soltanto i suoi stati ».

Il primo esponente della filosofia ionica della natura in ordine di tempo, fu Talete di Mileto, la più grande e fiorente città del litorale ionico( fine VII e inizio VI secolo a.c.).Talete riteneva che l’elemento fondamentale, origine di tutte le cose, fosse l’acqua. Il fatto che Talete fosse in grado di giungere all’idea dell’esistenza di un’unica base materiale, manifestantesi in una infinita varietà di forme, dimostra una capacità di generalizzazione straordinaria per quell’epoca. La dottrina di Talete era un’espressione di quella concezione del mondo che F. Engels  chiamò« materialismo spontaneo e primitivo».

La filosofia materialistica si sviluppò ulteriormente verso la fine del secolo VI a.c. soprattutto per opera e grazie alla dottrina di Eraclito di Efeso. E sebbene egli fosse un aristocratico di stirpe e avesse combattuto  con tutte le sue forze contro la democrazia e il principio della uguaglianza dei cittadini, fu, nel contempo, uno dei più grandi pensatori della sua epoca. Secondo Eraclito il principio primo della creazione e la legge fondamentale che governa in egual misura la vita sociale e la vita della natura è l’eternoe  incessante movimentoin cui si trova tutto ciò che esiste.

« Tutto scorre, pàntarhèi, » è il principio fondamentale della sua filosofia. Eraclito dice che « Non è possibile bagnarsi due volte nella stessa acqua di un torrente». Questo continuo movimento(nel corso del quale le singole cose iniziano e cessano la loro esistenza essendo contemporaneamente essere e non essere), era concepito da Eraclito come una lotta incessante tra gli opposti. « E’ indispensabile conoscere questa legge universale, che la lotta è la realtà, che tutto ha origine nella lotta per la inflessibile legge della necessità……Questo ordine universale, che è uno per tutte le cose, non è stato creato da nessuno degli dei  e da nessuno degli uomini, ma esso fu, è e sarà sempre eterno fuoco, che obbedendo a una esatta misura si accende e si spegne». A proposito di questo pensiero di Eraclito, Lenin scrisse:« E’ un’ottima formulazione del principio del materialismo dialettico ». Né Eraclito risparmia il suo sarcasmo ai riti assurdi della religione greca tradizionale e alle superstiziose preghiere che il popolo rivolge alle statue di marmo nella totale ignoranza della vera natura degli dei.

La prima concezione dell’atomismo greco si fa risalire al filosofo Leucippo di Mileto ( contemporaneo di Empedocle , Zenone e Platone), di cui però si hanno scarse notizie. E’ certo però che il teorico della filosofia atomistica greca  del V secolo a.c. fu Democrito di Abdera, nato nel 460 a.c..« La fama di Democrito come scienziato ha fatto sì che la sua figura fosse stilizzata in quella di un dotto completamente astratto dalla pratica della vita».( Nicola Abbagnano, Storia della filosofia). Racconta Orazio che mandrie di bestiame saccheggiavano, pascolando, i campi di Democrito, mentre la mente dello scienziato vagava lontano. Viaggiò molto e soggiornò in particolare in Egitto e nei paesi del Medio Oriente allargando notevolmente il suo orizzonte intellettuale. Democrito –scrisse Marx – fu « un naturalista empirico e la prima mente enciclopedica tra i greci ».( L’Ideologia tedesca)-

L’atomismo può venire considerato come uno dei più geniali tentativi per risolvere le grandi difficoltà e i difficili problemi lasciati in eredità dai grandi filosofi precedenti, soprattutto da Anassagora e Zenone. Per Democrito gli atomi sono qualcosa di nuovo rispetto ai punti-unità di Pitagora, per il quale essi sono soltanto di natura geometrica e non fisica come per Democrito. E fisico è pure il concetto dello spazio nel quale li considera immersi: esso è il vuoto, ovvero assenza di atomi. I n questo vuoto gli atomi possono muoversi, urtarsi, allontanarsi, aggregarsi.

Dunque il movimento degli atomi, eterno e indistruttibile (oggi lo chiamiamo principio di conservazione della massa), è una proprietà degli atomi che non necessita di spiegazioni. Nonostante la natura fisica degli atomi essi –secondo Democrito – non sono percepibili dai sensi, poiché gli oggetti da noi percepiti sono aggregati di atomi e non singoli atomi; e nemmeno che l’atomo fosse raggiungibile con strumenti fisici, ancorché raffinati, dato che la nozione di strumento fisico o, se vogliamo, tecnica sperimentale, capace di accrescere la potenza dei nostri sensi, mancava quasi completamento ai greci del V secolo a.c.. I rapporti tra scienza e tecnica furono scarsissimi durante il periodo aureo del pensiero greco ( V e IV secolo) e non migliorarono molto durante il periodo successivo, probabilmente a causa della particolare struttura di tale società caratterizzata dall’esistenza di larghe masse di schiavi, capaci di fornire a buon mercato tutto il lavoro di cui si aveva bisogno.

Secondo Democrito gli atomi avrebbero due qualità sensibili oggettive: grandezza e forma geometrica per cui due agglomerati di atomi potrebbero differire per grandezza e forma degli atomi che li compongono, per il numero degli atomi, e per la loro diversa posizione spaziale. Si tratta di una geniale intuizione per l’importanza spettante alla posizione degli atomi nel loro composto, che anticipa di millenni,  quelle che oggi sono le formule chimiche di struttura tanto importanti nella chimica organica. Notevole è la sua concezione del meccanismo della vista: quando vedo un corpo in realtà sono colpito da un effluvio di atomi (oggi diremo fotoni) che partono dal corpo e raggiungono il mio occhio; il colore non è che un effetto secondario dell’urto sul mio organo sensoriale. Una teoria questa dotata di una impressionante modernità che ci fa pensare all’Ottica di Newton. Nessun fenomeno –dice Democrito – avviene casualmente, e tutto segue le leggi della necessità.

« Nulla nasce dal nulla, e non c’è nessuna cosa che possa trasformarsi nel nulla ». In questa massima di Democrito viene espressa per la prima volta con straordinaria evidenza l’idea dell’eternità ( increabilità e indistruttibilità ) della materia, idea che fino ad oggi è rimasta il fondamento della filosofia materialistica. Sviluppando questi concetti Democrito li applica anche alla psiche dell’uomo. L’anima umana è anch’essa costituita da agglomerati e congiunzioni di atomi «psichici» , di natura ignea,mobili e rotondi, che si trovano in continuo contatto, negli organi dei sensi, con gli atomi degli altri corpi che formano il mondo. Anche se oggi molti particolari ci fanno sorridere per la loro ingenuità e rozzezza, resta tuttavia il fatto che quando si parla attualmente di «materialismo meccanicistico» o di «determinismo della natura» non possiamo non pensare all’atomismo di Democrito.

« L’atomismo di Democrito – dice Ludovico Geymonat – ripreso poi (se pure parzialmente alterato) da Epicuro ( il più grande rappresentante del materialismo a cavallo dei secoli IV e III a.c.), costituisce il patrimonio più prezioso che i greci trasmisero,nel campo delle interpretazioni generali della natura, alle epoche successive, ed ebbe una funzione determinante, nei secoli XVI e XVII, per la formazione della scienza moderna. E’ stata la sorda lotta contro il filosofo di Abdera,  ecostantemente condotta da tutte le correnti idealistiche (a partire da Platone fino agli hegeliani), a seppellire nel silenzio molti risultati – anche di argomento particolare, per esempio matematico – delle sue meravigliose ricerche».

ConTito  Lucrezio Caro ( I secolo a.c.) si chiude il grande periodo del materialismo greco. Egli ci ha lasciato il grande poema De rerum natura( La natura delle cose), pubblicato in sei libri dopo la sua morte dal contemporaneo Cicerone,nel quale mette in poesia la concezione materialistica del suo maestro Epicuro. Egli, dice Marx, «fu il vero radicale illuminista dell’antichità, che attaccò apertamente l’antica religione e dal quale derivò anche l’ateismo dei romani, per quel tanto che esistette presso di loro. Perciò anche Lucrezio lo celebrò come uneroe, che per primo aveva rovesciato gli déi e calpestato la religione, e perciò presso tutti i padri della Chiesa, da Plutarco a Lutero, Epicuro ha conservato la fama del filosofo ateo,par excellence, porco».(L’Ideologia tedesca).

Partendo dall’analisidelle particelle  indivisibili, gli atomi, Lucrezio analizza la sensibilità, i processi di formazione delle immagini e della conoscenza, i meccanismi che presiedono ai fenomeni naturali, la struttura dell’universo. Sempre sulla base del materialismo atomistico, espone le tappe dell’evoluzione umana: l’invenzione del linguaggio, delle leggi, dei governi.

Nel suo poema Lucrezio aspira a liberare gli uomini dalle superstizioni religiose, frutto dell’ignoranza e della paura di fronte agli déi e alla vita ultraterrena. Lucrezio negava ogni ingerenza degli déi nella vita degli uomini, e dava una spiegazione naturale dell’origine e dello sviluppo dell’universo e della umanità. La sua dottrina materialistica della natura e della società fu un’immensa conquista e contribuì al successo della lotta del materialismo contro l’idealismo.La sua opera, De rerum natura, influenzerà nei secoli successivi, a partire dal Seicento, tutta la cultura europea.

Teramo  6 agosto 2020    

P.S.  Abbiamo visto come i grandi materialisti greci avessero sempre coltivato l’idea e la speranza di poter spiegare, mediante le proprietà di un piccolo numero di elementi fondamentali e delle loro mutue azioni, le proprietà di tutte le cose dell’universo, e come tale idea avesse sempre rappresentata la parte più avanzata, e in un certo senso la parte più affascinante della ricerca, della scienza.

All’inizio del Novecento si credeva che gli atomi fossero i costituenti ultimi della materia. Ma lo studio delle loro proprietà rivelò che in realtà ogni atomo è composto da un nucleo e da elettroni, e lo studio del nucleo dimostrò che questo è, a sua volta, composto da protoni e neutroni. Oggi sappiamo che di particelle elementari se ne contano 288,tra particelle e antiparticelle (comprese quelle altamente instabili con vita media di 10-22 secondi).

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