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SALVINI – MELONI E IL NUOVO FASCISMO di Danilo Sarra ed Erman Dovis

“L’uomo è un animale che ha un grave difetto: disprezza i propri simili”.

Mao Zedong

“Non c’è mica bisogno di un tipo eccezionale per farne un simbolo di una situazione! Basta un esaltato qualsiasi, uno stravagante ritenuto innocuo, un vanitoso in cerca di successo.  (…) Non è nemmeno necessario che sia molto intelligente o geniale. Di solito, più cretino è , meglio è. Quando gli avventurieri, anzi i “condottieri”, agiscono in una società malata, tutto diventa possibile”.

Pietro Nenni

Matteo Salvini, capobanda razzista e sovranista,  è a processo per aver impedito , da  Ministro dell’Interno della Repubblica , l’attracco a Lampedusa della barca Open Arms carica di esseri umani in difficoltà e bisognosi di aiuto.

Chi ricorda quel periodo non dimentica come l’allora Ministro dell’Interno leghista concepisse il suo ruolo istituzionale comportandosi come un Ras, con un abuso dispotico di quella carica,  ad uso esclusivo della sua propaganda politica.

Nel mezzo, la vita di esseri umani già in profonda difficoltà ed in fuga da condizioni umane e sociali disperate, appesa ai capricci propagandistici di un fondamentalista che approfitta del ruolo istituzionale.

Salvini poi, da caudillo qual è, rifiuta qualsiasi giudizio sul suo operato tirando in ballo il comune sentire, affermando che il popolo è con lui e quindi nessuno lo deve giudicare, e “che ci sono cose più serie di cui occuparsi”, figurarsi se qualche tribunale o istituzione si può permettere di (eventualmente) chiedere conto dei suoi palesi abusi .

Le “giustificazioni” addotte dal leghista sono le classiche del  repertorio dell’estrema destra: la patria amata minacciata dallo straniero, la storiella del “ prima gli italiani”, la sinistra che protegge i privilegiati ed è  ostacolo allo sviluppo della nazione; tutti slogan politici che Mussolini amava ripetere in ogni occasione ai lavoratori e agli italiani.

Questa retorica fa presa sulle masse, a cui viene offerta una percezione di sé non più come classe, ma come entità nazionale e nulla più. E’ il compimento della funzione propria delle destre, di servire direttamente o indirettamente gli interessi delle classi dominanti. Questo a maggior ragione in una fase di avanzata crisi, e di perenne ristrutturazione, del sistema capitalistico-monopolistico.

Si lega a questo clima la sentenza del  Tribunale di Locri che ha inflitto una pesantissima condanna all’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, per “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”.

Nelle motivazioni del collegio giudicante, l’interpretazione del favoreggiamento risente delle stesse ricostruzioni leghiste, delle identiche letture sull’immigrazione clandestina portatrici di sistemi clientelari e di non meglio precisati i personali tornaconti..

La legge in teoria dovrebbe essere al di sopra delle parti, ma è evidente che risente “dell’aria che tira nel paese”, e che, come ebbe a dire il compagno Ennio Antonini “ Da che esiste la società divisa in classi, anche la legge è legge di classe”.

Noi infatti sappiamo bene che Mimmo Lucano ha semplicemente agito per aiutare esseri umani che semplicemente non era giusto lasciare indietro, vittime, al pari di tutti i lavoratori del mondo, della crisi del monopolismo e dell’imperialismo.

Ed è proprio questo il concetto che viene condannato, quello della solidarietà, mentre con una sapiente regia mediatica si invita a praticare l’egoismo e l’individualismo più sfrenati, l’isolazionismo, il disprezzare del povero. Sotto questo aspetto le vicende della giunta di Voghera, con assessori leghisti pistoleri ed assassini, con sindaca e altri assessori che insultano le associazioni di volontariato e danno della “mongola” ad una consigliera del centrosinistra, è emblematica.

Tutto questo lo ritroviamo nelle insopportabili manifestazioni contro le vaccinazioni ed il Green pass .

L’estrema destra internazionale, con in testa Trump e Bolsonaro, ha fin dall’inizio ostacolato la battaglia sanitaria contro la pandemia Covid.

In Italia questo compito infame sembra essere condotto, più o meno palesemente, più o meno istituzionalmente, da Lega e Fd’I , responsabili forse non solo morali  della condotta di frange estreme come FN o Casapound a cui si accoda l’estrema sinistra ( tra cui anche quella che  si dichiara ortodossa e leninista). 

Su questi temi siamo chiari e senza tentennamenti: il vaccino, qualunque esso sia, ci sta dando un prezioso e fondamentale aiuto nella lotta contro la pandemia.

Il green pass non discrimina nessuno, non limita alcun diritto a nessun lavoratore o cittadino;  è invece una misura di sicurezza e protezione sanitaria, in primis per i lavoratori stessi, e poi persino per i  bottegai che oggi protestano ma che senza green pass e vaccini probabilmente avrebbero visto nuovamente chiuse le loro attività. Una misura tra l’altro che trova piena aderenza con l’articolo 16 della Costituzione Italiana. Tale aspetto anzi ci porta a formulare l’ipotesi che l’effettiva funzione svolta, dai Roberto Fiore consapevolmente e da molti inconsciamente, paladini del No Green Pass e del No Vax, sia proprio quella di picconare ulteriormente, abusando delle masse, l’assetto costituzionale già visto dalla multinazionale JP Morgan come un ostacolo. I rapporti strutturali di Roberto Fiore, leader di Forza Nuova, con gruppi finanziari internazionali può fungere da prova a supporto di questa tesi.

Non si confonda la lotta politica con quella sanitaria; la protesta no-vax e no green pass, organizzata e condotta dalla destra,  è quanto di più reazionario possa esserci, perché mette al centro delle rivendicazioni l’egoismo più sfrenato, il disinteresse verso gli altri e la collettività, il rifiuto di ogni misura sanitaria contenitiva che si riassume in un concetto di libertà ristretto all’autonomia personale senza più una dimensione sociale.

Alcuni gruppuscoli estremisti , sia del sindacalismo di base sia quelli  autodefinitisi leninisti (sic!) questa confusione la commettono e si accodano alle proteste.

Incuranti di come si combatte il covid in paesi socialisti come Cina e a Cuba , negano il carattere reazionario del movimento no – vax , e pur di farne parte, negano l’organizzazione fascista dello stesso; arrivano a minimizzare la criminale aggressione squadrista dei no green pass alla sede nazionale della Cgil, aggressione che smaschera la matrice di classe della stessa protesta; infine giustificano il tutto sostenendo che i comunisti devono stare in questi movimenti per orientare e guidare.

In realtà sono loro, i sedicenti comunisti, ad essere i primi “orientati” e succubi del pensiero egemonico dell’estrema destra, e per il tipo di lotta che vogliono condurre , e per le parole d’ordine che assumono, e per le finalità che (consapevolmente o meno) si propongono. Cosi come accade per la battaglia reazionaria e nazionalista contro la Ue, queste sono lotte subalterne al padronato, alle multinazionali, al monopolismo.

Ancora una volta fondamentale è l’impegno politico e culturale dei comunisti e della sinistra contro una estrema destra che si presenta come antisistema, che arruola l’estremismo di sinistra oggi come negli anni 20, che assalta le sedi dei lavoratori e che considera cosa normale abbandonare al proprio destino centinaia di milioni di esseri umani alla povertà, alla miseria e alla fame dopo essere stati sfruttati fini all’ultima goccia di sangue dai paesi imperialisti occidentali.

Il quadro sommariamente descritto fa dunque parte della più vasta crisi del sistema monopolistico, che colpisce e imbarbarisce le masse, compresi piccoli e medi imprenditori: crisi che il Centro Gramsci ha analizzato e analizza a fondo nel corso delle sue pubblicazioni. Oggi più che mai, in una fase in cui persino la destra liberale viene progressivamente soppiantata da quella neofascista, memori dell’assalto alla sede della Cgil, diventa fondamentale operare per la difesa e il rilancio della Costituzione e dei rapporti istituzionali, civili, sociali e politici che essa comporta. Non solo, ma anche sul piano sindacale va ribadito ancora più a fondo il sostegno alla Cgil, sindacato che ha tra tutti la storia più lunga e che è stato protagonista delle grandi lotte operaie e contadine del novecento: senza la Cgil non avremmo avuto ad esempio lo Statuto dei Lavoratori, la cui ideazione e proposta può essere fatta risalire al sindacato di Giuseppe Di Vittorio nell’immediato dopoguerra. Solo operando in questa direzione è possibile garantire alla classe operaia non solo degli spazi necessari di agibilità, politica e sindacale, ma possedere le basi per ulteriori avanzamenti. L’esperienza storica del fascismo mussoliniano sta qui a dimostrarlo: una volta caduto lo Stato liberale, lavoratori e lavoratrici sono stati ricacciati in una condizione di sfruttamento peggiore della precedente.

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