L’INESORABILE TRAMONTO DELL’IMPERIALISMO AMERICANO di Piero De Sanctis
Nubi nere si addensano sull’Europa. Preparativi di guerra “fredda” e “calda”, da parte degli Stati Uniti tramite il governo golpista dell’Ucraina, dopo 80 anni di relativa pace in Europa garantita dalla presenza del primo Stato socialista dell’Unione Sovietica, vengono predisposti anche in Europa. Il Metodo Giacarta, applicato alla realtà europea, consiste sostanzialmente nella ricerca di profitti sempre più alti per i colossi finanziari americani, nella distruzione delle Costituzioni democratiche e antifasciste nate dalla lotta contro il nazifascismo e al sostegno di ogni forma di governo golpista e fascista.
Il tetro declino dell’imperialismo americano, tuttavia, non esclude colpi di code violenti e inconsulti prima di esalare l’ultimo respiro. Son finiti i tempi in cui i governi americani massacravano impunemente, con il silenzio totale della grande stampa internazionale, interi popoli e nazioni democratiche: dall’Indonesia alle Filippine, dal Brasile al Cile, dall’America Latina al Medio Oriente, tutti indistintamente hanno vissuto il terrore del Metodo Giacarta.
In Europa tale metodo consiste nella distruzione delle democrazie popolari uscite dopo la Seconda guerra mondiale, attuato dalla struttura aggressiva e guerrafondaia della NATO. Punta di diamante di tale piano estensivo della NATO verso l’est è proprio l’Ucraina, già “ripulita” da eventuali personalità politiche non gradite a Washington. Nonostante si siano levate varie voci di eminenti storici americani, che sostengono che «l’Alleanza Atlantica, così come è fatta non è adatta all’Europa del XXI secolo», il Sistema Giacarta prosegue.
In Italia ci sono state, dal ’45 ad oggi, i più nefandi complotti orditi dalla NATO, dai servizi segreti americani in combutta con le formazioni nazifasciste, dalla P2 di Licio Gelli e dalle più alte personalità politiche e militari italiane, così come hanno indubitabilmente dimostrate tutte le stragi e i massacri dei civili durante il periodo della cosiddetta “Strategia della tensione”.
Le tappe fondamentali sono: 1º maggio 1947, strage di Portella delle Ginestre compiuta con il concorso determinante della Cia contro i contadini che manifestavano a favore dell’occupazione delle terre incolte dei grandi latifondi siciliani; il 1966-’67 è il biennio in cui si mette a prova l’alleanza tra la NATO, i servizi segreti, le alte gerarchie dell’esercito e dei carabinieri per un colpo di stato (affare SIFAR); il 1969 è l’anno delle grandi lotte operaie. A Milano, il grande corteo di oltre duecentomila tute blu chiede nuove normative che offrano la possibilità di cambiare modo di lavorare e di vivere, aumenti salariali e contare di più sia in fabbrica che nella vita politica. Ma il12 dicembre 1969 avviene la strage di piazza Fontana a Milano, la prima di una lunga serie nelle quali ricompaiono sempre nello stesso ordine Nato, servizi segreti, piduisti e nazifascisti.
Così solo oggi apprendiamo, dalle rivelazioni di WikiLeaks, cosa davvero pensano di noi i governanti americani: «Non dobbiamo denigrare i contributi di Berlusconi e dell’Italia perché ci daranno importanti dividendi strategici ora e nel futuro…Abbiamo avuto quello che abbiamo chiesto: aeroporti italiani, porti e infrastrutture dei trasporti sono stati messi a nostra disposizione…Pur conoscendo che l’Italia può apparire un posto arcano e bizantino fino alla frustrazione, siamo convinti che è un posto eccellente per fare i nostri affari politici e militari».
Cosa, allora, può significare e volere Washington con questi non nuovi tentativi e preparativi di portare la guerra in Europa? Di voler estendere questo strumento aggressivo della Nato verso l’est se non quello di aggredire la Russia servendosi dell’Ucraina? Gli Stati Uniti sono in profonda crisi politica ed economica (il loro debito pubblico è di 30 mila miliardi di dollari). Uscire dalle crisi economiche mediante le guerre di aggressione verso altri popoli è sempre stato per gli imperialisti di ogni tempo l’unica arma a loro disposizione. Le grandi ricchezze energetiche e le materie prime della Russia fanno gola e, una riedizione dell’89, che veda nella caduta di Putin la possibilità di mettere su un governo Quisling, è certamente nei sogni americani. Impadronirsi di queste immense ricchezze fu il sogno di Napoleone e più tardi di Hitler. Ma sappiamo com’è finita.
Teramo 2 febbraio 2022