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L’EDUCAZIONE GRAMSCIANA – Centro Gramsci / Edizioni Nuova Cultura

Nota Editoriale

Perché ricordiamo Gramsci

Perché la recente disfatta elettorale è la chiara manifestazione di una sconfitta culturale dovuta a un vuoto teorico che ha determinato la passività delle masse e la restaurazione oscurantista delle destre.
L’evidenza di questi arretramenti culturali e le chiare riflessioni di Gramsci che seguono, vanificano ogni sorta di sociologismo pragmatico, che per lunghi decenni ha dominato i gruppi dirigenti della sinistra, e riaffermano la validità scientifica dell’analisi di classe marxista nella lotta per la conoscenza e la trasformazione della società.
Nei Quaderni del carcere, Gramsci scriveva:

A un certo punto della loro vita storica i gruppi sociali si staccano dai loro partiti tradizionali, cioè i partiti tradizionali in quella data forma organizzativa, con quei determinati uomini che li costituiscono e li dirigono non sono più riconosciuti come loro espressione dalla loro classe o frazione di classe. Quando queste crisi si verificano, la situazione immediata diventa delicata e pericolosa, perché il campo è aperto alle soluzioni di forza, all’attività di potenze oscure rappresentate dagli uomini provvidenziali o carismatici. 
Una riflessione che non ha mai smesso di essere attuale e che oggi dobbiamo richiamare e sottolineare con forza. Il sovversivismo berlusconiano e il collaborazionismo veltroniano saranno un continuo attacco alla legalità costituzionale e alle forze sociali e democratiche: la cacciata dal Parlamento dei partiti di sinistra è un aspetto di questa politica di classe.
La tragicità della situazione italiana e le forti pressioni guerrafondaie dei militaristi statunitensi raccomandano una tregua ideologica e un immediato sforzo di coordinamento di tutte le forze del socialismo e della democrazia presenti nel Paese. Una tregua e uno sforzo che possono e devono trovare un fondamento incrollabile nelle riflessioni di Antonio Gramsci. Tali riflessioni sul Partito e sullo Stato, nelle condizioni capitalistiche più sviluppate, creativamente applicate, sono preziose per l’edificazione delle nuove società di transizione dal capitalismo al comunismo, democratiche e socialiste.
In quest’ottica auspichiamo la nascita di un vasto Fronte, istituzionale e sociale, sostenuto politicamente da tutte le forze e i partiti antifascisti, comprendente anche il Partito democratico, valorizzando l’insieme delle sue energie popolari e isolando le influenze opportunistiche di vertice.
Il Fronte dovrà recuperare quella cultura gramsciana che costituisce la radice stessa dell’organizzazione e della ideologia che hanno guidato in passato e dovranno guidare nel presente e nel futuro la classe operaia.
La scomposizione tecnologica della produzione, attuata nell’esclusivo interesse del grande capitale finanziario, ha minato il pensiero collettivo e scientifico del proletariato e ha favorito il ritorno offensivo delle concezioni oscurantiste e dogmatiche.
Il clericale assolutismo idealistico ha di nuovo soffocato la ricerca scientifica ed ha permesso l’utilizzo tecnologico delle grandi scoperte del novecento ad esclusivo vantaggio dell’oligarchia finanziaria.
Il Centro Gramsci offre tutto il suo impegno per la riscoperta e la valorizzazione del pensiero del grande uomo politico e per rendere più stabili le riunioni e le iniziative del Movimento comunista europeo e nazionale, allo scopo di realizzare una più efficace unità d’azione anche contro i preparativi e i tentativi di dominio e di guerra dell’imperialismo capeggiato dal Governo statunitense.
Una lunga restaurazione culturale dalle profonde radici economiche e sociali, essendo un fenomeno della lotta tra le classi, non può essere risolta semplicemente con un dibattito astratto, che finora ha diviso l’azione dei comunisti. Per questo rivolgiamo un vivo ringraziamento agli autori degli interventi raccolti nel volume per le loro riflessioni sistematiche e per la possibilità che offrono ai giovani di trarre da esse utili insegnamenti.
Poiché nella lotta si deve sempre prevedere la sconfitta, la preparazione dei propri successori è un elemento altrettanto importante di ciò che si fa per vincere .
Con questo saggio pensiero di Gramsci, affidiamo la presente pubblicazione al dibattito collettivo dei compagni, principalmente dei giovani lavoratori e ricercatori, che sarà tanto più concreto e creativo quanto più progredirà la loro unità d’azione, necessaria per la ricostruzione del Partito Comunista che speriamo possa davvero guidare le masse lavoratrici e democratiche al governo della società.

Giovani Lavoratori e Ricercatori
del Centro Gramsci  di Rionero

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