DRAGHI – MELONI: DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA di Piero De Sanctis
OVVERO IL CONNUBIO TRA L’OLIGARCHIA FINANZIARIA DELLA BCE E I REGIMI REAZIONARI EUROPE
Dopo 17 mesi di guerra sul suolo europeo, (guerra voluta e “comprata” dalla più grande industria produttrice di armi del mondo), il complesso militare-industriale americano, ha già riguadagnato, in tale periodo, 100 miliardi di dollari, avendone spesi solo 50 milioni, per corrompere i membri del Congresso americano, i deputati, i senatori e la Casa Bianca. In meno di un anno, dunque, un profitto, che ammonta a 2.000 milioni di dollari, è la reale radice (al di là delle vuote e futili affermazioni dei demagoghi di turno sulla democrazia e la libertà dei popoli), dell’attuale guerra della Nato contro la Russia.
Se a ciò aggiungiamo il mastodontico debito dello Stato americano, le periodiche crisi delle sue maggiori banche e la crisi del dominio del dollaro sui mercati mondiali, otteniamo un quadro reale, e della politica aggressiva della Casa Bianca e del suo inquilino Biden (ormai malfermo nella mente e sulle gambe, quando afferma che la guerra deve continuare ancora per anni), che fa emergere una visione chiara della politica aggressiva nei confronti della Cina e del suo capo Xi Jinping, definito da Biden: «dittatore».
È questo un caso classico mondiale di governi di destra radicali che, ridotte la proprie nazioni in miseria, additano un nemico su cui convogliare il rancore delle masse popolari diseredate. Biden (tra, un anno, si troverà ad affrontare nuove elezioni politiche, con una nazione fondata sulla schiavitù delle popolazioni afroamericane, letteralmente spaccata in due sia sul piano economico e sociale, che su quello ideale-spirituale), non ha altra scelta che quella di riesumare la vecchia concezione, in forma aggiornata, della “guerra fredda” tra un Occidente democratico e un Oriente comunista.
In Italia, dice lo storico Luciano Canfora, nel suo magnifico ultimo lavoro, dal titolo, Sovranità Limitata: «l’attuale governo italiano, impotente sul terreno della macroeconomia, ha ricominciato la guerriglia contro i migranti e contro chi li salva dalla morte in mare. È ridicolo a dirsi ma è l’allucinante realtà: oggi la “difesa dei confini” (come già la chiamava il capo della Lega al tempo della sua “perduta gloria”) viene attuata ricorrendo a meschine vessazioni e a norme che sfiorano l’assurdo».
L’aristocrazia finanziaria europea della Bce, che da anni ha lavorato affinché i paesi a democrazia popolare, nati dalla lotta dei lavoratori europei contro il nazifascismo, rinuncino, con le buone o le cattive maniere, alle loro Costituzioni antifasciste. Così, finalmente, è stato raggiunto l’obiettivo della Bce in molti paesi europei. È cominciata, dunque, una mutazione verso destra dei governi di questi paesi, sostenuta dal capitale finanziario, operazione che va sotto il nome di “marcia atlantica”. Ma la Bce non dà un euro a gente sconosciuta (come un Giuseppe Conte). Occorre una forte e sicura alta personalità, con un passato irreprensibile, formatasi e cresciuta nella grande Mecca della finanza mondiale, di sicura fede: insomma un Draghi, per quanto riguarda l’Italia. Egli ha aperto la via alla neofascista Meloni, sia per insediarla al governo, dandole le dovute garanzie del caso, sia per accedere al prestito del Pnrr. Prestito, quest’ultimo dato sotto la servile condizione, non solo che esso ritorni, moltiplicato, da dove è uscito, ma soprattutto che la Meloni applichi politiche antipopolari contro lo stato sociale e i lavoratori. La Grecia, con il suo governo di sinistra, che si oppose a questo ricatto, fu distrutta!
L’esiziale adesione al Patto Atlantico, tra il servizievole governo De Gasperi e quello americano, nel lontano 1949, (che il socialista Pietro Nenni criticò con le seguenti parole: «Così avremo domani un governo col doppio avallo del Vaticano e dell’America»), oggi si è trasformata, per noi, in un mortale abbraccio tra il signore Joe Biden e il vassallo governo Meloni. Ma, se ieri, la firma del Patto vincolava gli Stati Uniti al rifiuto di accogliere basi militati sul nostro territorio, oggi siamo sul punto di non poter più esercitare la nostra sovranità nazionale nemmeno su un metro quadrato di territorio, sebbene il nostro lungimirante e geniale ministro della difesa, si atteggi al Feldmaresciallo Erwin Rommel.
Teramo 24 giugno 2023