IL PRESIDENZIALISMO DIVIDE E SOVVERTE
Il presidenzialismo plebiscitario, reazionario, divide il Fronte democratico e i suoi partiti.
Il presidenzialismo filo-monopolista di centrodestra è reazionario e sovverte la Costituzione della Repubblica sorta dalla Resistenza contro il nazifascismo.
La strategia monopolista fomenta il caos istituzionale, impedisce la formazione di un governo democratico, cancella lo stato sociale e le conquiste del Novecento, distrugge i partiti comunisti e di sinistra, i sindacati e le istituzioni democratiche, piega lo Stato ai propri diretti interessi e rafforza la fascistizzazione reazionaria.
L’esclusione e l’assenza della classe operaia, da quelle che dovrebbero essere le proprie organizzazioni, non consentono una comprensione organica degli eventi che stiamo vivendo e, conseguentemente, manca una adeguata risposta di classe all’involuzione autoritaria in atto.
I vertici più opportunisti delle forze politiche parlamentari favoriscono una crescente divisione voluta dalle mire monopoliste neofasciste.
I monopolisti, dopo aver imposto il governo Monti di unità nazionale, hanno impedito la formazione di un governo democratico, esautorando il Parlamento delle sue prerogative.
Ora agendo sulla nuova svolta presidenzialista, premono per la formazione di un Governissimo di centrodestra, espressione del pieno asservimento politico al loro potere finanziario di Wall Street.
Fondamentale era, dunque, cancellare la timida e contraddittoria ala sinistra del Pd ed eleggere un Capo di Stato funzionale a questo compito.
Il tutto per imprimere un’ impronta marcatamente presidenzialista e plebiscitaria alla svolta politica reazionaria, porgendo un “consenso di massa” agli sviluppi autoritari e procedendo, in ambito istituzionale, al sovvertimento della Costituzione.
L’elezione di Romano Prodi avrebbe frenato e intralciato questo disegno: la vicinanza con la Cina, la visione di un mondo pluricontinentale e di comprensione tra civiltà avrebbero favorito la formazione di un Governo democratico. Ciò è sfumato per insufficiente volontà e direzione unitaria delle forze parlamentari progressiste.
La rielezione plebiscitaria del Presidente favorisce il disegno restauratore monopolista.
E’ divertente che ora autorevoli intellettuali e teorici si straccino le vesti, cadendo dalle nuvole: non aver compreso e sottovalutato la diversità democratica della soluzione Prodi deve far riflettere seriamente.
Le forze parlamentari costituzionali, legate a quelle sociali e culturali, devono respingere le imposizioni monopoliste di Wall Street e Maastricht, utilizzare i loro contrasti e lottare per un Governo secondo i concreti interessi sociali e politici della classe operaia e delle grandi masse lavoratrici e imprenditoriali del Paese.
NO AD UN GOVERNO DI LARGHE INTESE FILOMONOPOLISTE DI CENTRODESTRA
SI A UN GOVERNO DI LARGHE INTESE POPOLARI DI CENTROSINISTRA
PER UN FRONTE DEMOCRATICO ANTIFASCISTA ANTIMONOPOLISTA
Teramo, 22 Aprile 2013