LO STATO DI ISRAELE TESTA DI PONTE CONTRO I POPOLI DEL MEDIO ORIENTE di Piero De Sanctis
I criminali e indiscriminati bombardamenti sui civili, sui vecchi, sui giovani e sui bambini indifesi di Gaza, da parte del governo fascista di Netanyahu sostenuto da Biden, non sono che l’ennesimo tentativo di Israele di impedire la creazione di uno Stato palestinese indipendente, con la distruggendo un intero popolo. Questo vecchio disegno è stato oggi riesumato nella forma più odiosa e criminale, nella totale distruzione della città di Gaza da parte della Nato e, col beneplacito dell’Europa. Una tempesta di fuoco dal cielo, dalla terra e dal mare su Gaza, è stata la risposta del governo fascista di Israele, contro il popolo palestinese che difende il proprio paese e la propria terra. A meno di un mese dall’inizio delle ostilità, già si contano circa diecimila morti palestinesi, di cui quattromila solo bambini. Questo assassinio di massa del popolo palestinese è un fatto di portata storico-mondiale che prelude nuove e più estese guerre.
A puntellare il traballante governo israeliano non poteva mancare il sostegno del governo neofascista italiano della Meloni che, rispetto alla risoluzione dell’ONU presentata dalla Giordania, a nome dei paesi arabi, per una tregua umanitaria tra Israele e la Palestina, si è astenuto. Cinquantaquattro volte, dal 1972, gli Stati Uniti hanno posto il veto al Consiglio di Sicurezza per bloccare le risoluzioni o le condanne contro Israele. L’ONU, da sempre, è stato considerato dai governi israeliani una insopportabile presenza, un testimone scomodo che condanna l’espansionismo degli insediamenti colonici in Cisgiordania. Espansionismo che, di fatto, rende impossibile la soluzione del problema: “due popoli, due Stati”.
Scacciato dall’Oriente, dalla Cina e dai paesi del BRICS, dall’America Latina da parte dei popoli ex-coloniali e da una parte dell’Africa Sud Orientale, all’imperialismo americano non rimane altro che incendiare il Medio Oriente e la vecchia Europa, quale ultima risorsa per attenuare e ritardare il tragico infuocato tramonto del suo dominio sul mondo. Il colossale sistema industriale-militare-finanziario americano, questo eccezionale monstrum storico, che rappresenta oggi la rocca forte della reazione mondiale, si è posto alla testa di tutti i paesi civili e democratici del mondo occidentale per ostacolare le lotte di tutti i lavoratori.
Esso, affamato di profitti e di materie prime, estende i suoi tentacoli sul Medio Oriente, fino all’Iran, come dimostra la volontà aggressiva di portaerei e sommergibili atomici che stazionano di fronte alle coste israeliane. Ignorare questi piani di guerra, chiuder gli occhi di fronte a questa realtà, significa assecondare i piani americani di fare di Israele la testa di ponte contro i popoli del Medio Oriente, così come è stato fatto con l’Ucraina, testa di ponte contro il popolo russo.
La storia delle guerre del XX secolo mostra che cosa sia nei fatti la democrazia pura nei regimi capitalistici: una lotta implacabile contro i lavoratori. Questo richiamo alla democrazia pura è apparso migliaia e milioni di volte dappertutto sulla stampa, sulle reti televisive occidentali. Esso è ripetuto continuamente da intellettuali: la democrazia è la libertà, l’eguaglianza, la decisione della maggioranza, ecc..ecc.., occultando che, se la libertà è in contrasto con l’emancipazione del lavoro dal giogo del capitale, è un inganno. «Chiunque – dice Lenin – abbia letto Marx…sa che Marx ha dedicato la maggior parte della sua vita e dei suoi scritti scientifici proprio a deridere la libertà, l’eguaglianza e la volontà della maggioranza, e a dimostrare che sotto queste frasi vi erano gli interessi della libertà del proprietario di merci, della libertà del capitale, il quale usa questa libertà per opprimere le masse lavoratrici». Ed è proprio in nome di questa libertà che Stati Uniti, Israele ed Europa, massacrano il popolo palestinese.
Le sollevazioni popolari, in tutte le principali piazze del mondo, in sostegno del popolo palestinese, nel preannunciare più grandi movimenti popolari mondiali contro la schiavitù capitalistica, confermano un evidente sviluppo della coscienza rivoluzionaria, ormai fenomeno di massa: la trasformazione di un uomo medio, assolutamente incolto, completamente schiavo di idee e pregiudizi, in rivoluzionario, avviene, appunto, sotto l’influsso della guerra. Ecco perché sono di grande insegnamento le lapidarie parole di Mao: «i reazionari sono tutti sciocchi, perché accendono il fuoco e poi si bruciano». E, se ieri, il militarismo era la creatura del capitalismo, oggi, l’imperialismo, è il responsabile primo di tutte le guerre del Novecento per la spartizione del mondo tra le grandi potenze capitalistiche. Dunque, poiché le guerre non possono essere eliminate con gli intrighi di palazzo dei governi della Casa Bianca e dei suoi diplomatici, ne segue che è compito dei partiti della sinistra europea, quello di non far nascere illusioni, ma smascherare senza tregua l’ipocrisia e l’impotenza degli “atti di pace”, degli ingannevoli “accordi momentanei di pace”, delle diplomazie americana, inglese, francese e italiana. Così come è ipocrisia innalzare la bandiera della democrazia in generale, quando, non solo le grandi ricchezze rimangono nelle mani dei capitalisti, ma anche la grande stampa e tutti i mezzi d’informazione.
Teramo 10-11-2023