L A G U E R R A È L A C O N T I N U A Z I O N E D E L L A P O L I T I C A C O N A L T R I M E Z Z I di Piero De Sanctis
L’attuale guerra scatenata dallo Stato sionista d’Israele e dagli Stati Uniti contro il popolo palestinese, i popoli del Medio Oriente della Russia e della Cina, è soltanto l’ultimo atto di una guerra molto più vasta e profonda che si protrae fin dal 1945, allorquando il governo americano ruppe la Grande alleanza democratica con il governo sovietico contro il nazismo, e inaugurò la nuova politica della guerra fredda volta al contenimento dell’espansione delle idee del socialismo e del comunismo nel mondo. Politica caratterizzata da una serie ininterrotta di colpi di stato e guerre locali contro nazioni e governi non graditi alla Casa Bianca e alla rapace finanza di Wall Street. In Europa, dal ’45 in poi, ci sono stati i più nefasti complotti e colpi di stato fascisti orditi dalla Nato e dalla Cia. «Tutte le giunte militari dell’America Latina e dell’Asia – ci ricorda Noam Chomshy nel suo interessantissimo libro La Washington Connection – sono state insediate direttamente dagli Usa…La massiccia attività d’intervento e sovversione effettuata dagli Stati Uniti è costituita quasi esclusivamente nel rovesciare governi riformatori, democratici e radicali». Ecco un primo esempio di politica economica, finanziaria e militare, grazie alla quale gli Usa sono riusciti ad avvolgere il mondo in una rete di miliardi e miliardi dollari. Una politica che ha garantito il suo dominio e di moltiplicare i propri profitti.
Tuttavia, pur essendo usciti vittoriosi dalla Seconda guerra mondiale e molto più ricchi e potenti, rispetto all’entrata in guerra, gli Stati Uniti non sono riusciti ad impedire, all’interno di ogni singolo stato, lotte rivoluzionarie per il socialismo, per l’indipendenza nazionale e la democrazia. Ancora oggi, di fronte ad un mondo che vede il lento ma, inesorabile tramonto dell’imperialismo americano, il governo americano persegue, con nuove forme, la stessa politica di contenimento e di aggressione al mondo socialista.
A tutti è noto il detto di Carl von Clausewitz (1780- 1831), uno degli autori più illustri che si siano dedicati alla filosofia della guerra: La guerra è la continuazione della politica con altri mezzi. Clausewitz, le cui idee essenziali sono divenute patrimonio incontestabile di ogni uomo pensante, si batteva contro l’ignavo pregiudizio filisteo, secondo cui «una guerra può essere avulsa dalla politica dei governi e dalle classi che la conducono, o considerata una semplice aggressione che violi la pace e a cui segua la restaurazione della pace violata». «Si tratta – sosteneva Lenin – di una concezione, quest’ultima, grossolana e insipiente confutata da anni…Ogni guerra è indissolubilmente connessa con il regime politico da cui deriva. È la stessa politica che una data potenza e una data classe in questa potenza ha condotto assai prima della guerra, cambiando soltanto la forma della propria azione».
Ad esempio, al tempo delle guerre risorgimentali europee (1850-1870), il contenuto obiettivo fondamentale degli avvenimenti storici consisteva in movimenti di carattere borghese-nazionale che si liberavano dalle forme del feudalesimo e dal dominio ecclesiastico. La classe principale che a quel tempo partecipava alle guerre e seguiva una via verso in progresso sociale, era la borghesia.
Durante la Prima guerra mondiale la situazione storica obiettiva era completamente cambiata: c’erano le maggiori quattro potenze capitalistiche più potenti del mondo (Inghilterra, Francia, Germania e America), la cui politica consistette, per vari decenni, in un’ininterrotta rivalità economica, volta soltanto a soffocare le piccole nazioni per decuplicare i profitti dei capitali bancari e a subordinare alla propria influenza il mondo intero.
Molto spesso nelle discussioni di oggi sulla guerra trascuriamo (rischiando di dire cose sterili e vuote come, ad esempio, quella di dire che i popoli vivono in pace e d’un tratto si dilaniano tra di loro), la parte riguardante il carattere di classe della guerra stessa, tralasciando e sorvolando le ragioni per cui essa è scoppiata, le condizioni storiche ed economiche che l’hanno provocata, e così facendo nascondiamo la verità sotto un manto di menzogne. «Se tralasciamo questo esame – ci ricorda Lenin – non solo dimenticheremmo un’istanza fondamentale del socialismo scientifico e di ogni scienza sociale in genere, ma ci priveremmo per giunta della possibilità di capire qualcosa della guerra attuale». Questo è il problema fondamentale la cui incomprensione trasforma i nostri discorsi sulla guerra in sterili attacchi e scambi di invettive.
Dall’Indocina alle Filippine, dal Brasile al Cile, dall’America Latina al Medio Oriente, tutte le popolazioni, indistintamente, hanno vissuto il terrore spietato della politica americana, volta alla ricerca di sempre più alti profitti per i loro colossi finanziari e di nuove fonti di materie prime. È del luglio scorso la decisione di Washington di schierare in Europa, precisamente in Germania, missili nucleari in grado di colpire la Russia nel profondo, mentre è di questi giorni la creazione di nuove basi Nato in Finlandia a 200 Km dal confine russo. Si tratta di un solido fronte aggressivo di guerra contro la Russia.
Nel centro Europa, in Ucraina, dopo il colpo di stato americano (Maidan 2014) contro un presidente democraticamente eletto, la Nato ha insediato un fantoccio di provata fedeltà nazista. Ed ancora, nel Medio Oriente il governo americano, che ha trasformato lo Stato di Israele in una fortezza militare, armandola fino ai denti dei più sofisticati mezzi di distruzione di massa, appoggia, partecipa e sostiene la politica di Netanyahu di annientamento del popolo palestinese e di guerra totale contro i popoli arabi. Ma Il predone finanziario israeliano, legato con mille fili all’altro predone del colosso bancario americano, non sa cosa farsene della sola Palestina: vuole annettersi l’Iran e appropriarsi del suo territorio e delle sue grandi ricchezze.
Ancora una volta la situazione storica obiettiva è cambiata. L’attuale guerra, contro i popoli del Medio Oriente ed europei, così spietata e disumana, non è altro che la continuazione della vecchia politica di aggressione e di dominio imperialistico del mondo, nella sua fase di declino, che cerca di contenere e fare arretrare l’inevitabile avanzata della politica di pace e di progresso sociale delle forze del socialismo.
Teramo 12 ottobre 2024