GIANCARLO MONTELLI, ILLUSTRATORE MITICO E FAVOLOSO di Maurizio Nocera
In questi giorni continua la mostra di Giancarlo Montelli nel Centro Culturale WE LAB di
Lecce. È stata inaugurata il primo marzo 2025 con la presentazione dello scrittore Diego Dantes e l’intervento dell’artista. Il titolo: Donne oltre confini, 21 ritratti di grandi protagoniste realizzati per il volume Dalla chioma di Athena (Edizioni Odradek, Roma, 2010, pp. 110) con le illustrazioni di Giancarlo Montelli e i testi di Valeria Palumbo.
Cito dalla locandina della mostra: «Ci sono state le rivoluzionarie di professione, da Eleonora de Fonseca Pimental a Rosa Luxemburg. C’è chi l’ha fatto part-time, come Tina Modotti. E chi ha rivoluzionato l’arte, come Isadora Duncan. Ci sono state quelle che ribelli non si sentivano affatto, come Leni Riefenstahl e Marie Curie, ma hanno fatto cose che nessuno al mondo avrebbe immaginato. E quelle che il mono l’hanno girato e rigirato come Nellie Bly, Alexandra David-Néel e Amelia Earhart. In poco più di due secoli dai riccioli di Athena è saltata fuori una genia sempre agguerrita di donne. Difficile contenerle. Irresistibile ritrarle. La danzatrice Isadora Duncan: “Si, sono una rivoluzionaria. Tutti i veri artisti sono rivoluzionari”. La scienziata Marie Curie: “Nella vita non c’è nulla da temere, solo da capire” La scrittrice Colette sintetizzava: “Io voglio… io voglio… io voglio fare quello che voglio”. La regista Leni Riefenstahl: “Non mi piace tutto ciò che è ordinario. Mi attrae l’inusuale”. Parola di donna./ Eccezioni? Certo. L’onda grande delle donne seguiva la corrente: vivevano nel cono d’ombra maschile, erano mogli per tradizione, madri per natura, devote per obbligo e recluse per inerzia. Ma alcune, tra la fine del Settecento e il Novecento, hanno detto no. Sono uscite di casa, hanno esplorato il mondo, l’hanno modellato, riscritto, ridisegnato, studiato, contestato. A volte sono salite per questo sulla forca, altre volte hanno strappato un Nobel. Il prezzo è sempre stato altissimo. Questa è una raccolta di ritratti, in prosa e pennello, che demolisce i miti del Romanticismo, dell’amore come destino. Del silenzio e della modestia come vocazione. E riscopre l’azione come autentico talento femminile». Meravigliose parole, che sono dello stesso artista Giancarlo Montelli, «illustratore, art director in numerose case editrici, tra cui l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani, […] ha al suo attivo numerose mostre di grafica e di illustrazioni in Italia e all’estero. […] Dal 1983 al 1990 ha realizzato per il settimanale “L’Espresso” le illustrazioni per numerose copertine, ordinate nel 2004 nella mostra “L’Espresso negli anni ‘80” […] Nel 1998 ha fondato l’Accademia dell’Illustrazione e Comunicazione visiva di Roma. […] Collabora con il quotidiano “Europa” per il quale ha realizzato le grandi tavole del paginone “dialoghi”. […] È del 2004 una mostra presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce dal titolo “Comunicazione Visiva e l’Arte di Generare Visioni”. […] Successivamente una grande mostra antologica presso il Museo provinciale S. Castromediano di Lecce dal titolo Dalla favola al Mito» (da una aletta di una brochure del Comune di Cavallino, 2004). Montelli l’ho conosciuto una trentina di anni fa e la nostra conoscenza si è sempre mantenuta attraverso un continuo rapporto epistolare e sempre nelle occasioni delle mostre. Egli è un artista benevolo e socievole, mai altezzoso, disponile al dialogo e pronto a tenderti la mano. Nella mia biblioteca i suoi libri d’artista fanno bella mostra del loro splendore. I suoi libri sono stupende raccolte di immagini che egli ha meticolosamente realizzato attraverso le diverse tecniche. Le dimensioni sono quasi tutte ¼ elefante. Ne cito solo alcuni: C’era una volta New York. Appunti fotografici e disegnati della Grande Mela nel 1974, Odradek Edizioni, Roma 2022, n. n., ma pp. 88. Nella aletta di prima di copertina, scrive: «Anno 1974. La macchina fotografica reflex analogica con l’esposimetro a mano e i rullini 120 da usare con parsimonia. L’attesa di tornare a Roma e chiudersi in camera oscura per sviluppare la pellicola e stampare il bel bianconero aspettando che dalla carta immersa nell’acido comparissero a poco a poco le immagini della New York che mi aveva così impressionato nel lontano 1974».
Le avventure di Pinocchio (Odadrek, Roma 2002). Già dalla copertina è possibile individuare il prezioso lavoro fatto dall’illustratore Montelli. Un Pinocchio coloratissimo, dagli occhi sempre disorbitati e iridati da una continua serpentina spiraloide, caratteristica questa che attraversa tutte le tavole illustrate. Altra caratteristica quasi sempre presente sono i berretti col pennacchio dei gendarmi. Ed un altro aspetto che mi ha impressionato in tutte le illustrazioni di Montelli è il lavoro certosino che egli ha fatto nel costruire le tavole con infinite linee segnate dall’inchiostro di china versato sulla carta dalla punta di un sottilissimo pennino. Del Pinocchio avventuroso le Edizioni Il Raggio Verde di Lecce ne hanno tratto una mostra (Cavallino 2008) e il libro Nel segno di Pinocchio. Bozzetti e illustrazioni realizzate per il volume Le avventure di Pinocchio (Lecce, 2008) con una prefazione di Gaetano Gorgoni. Dalla Favola al Mito (Il Raggio Verde Edizioni, Lecce 2006, pp. 128) con un indice del tutto rispetto, così composto: Presentazione di Giovanni Pellegrino, all’epoca presidente della Provincia di Lecce; l’Introduzione (Dalla Favola al Mito) del compianto direttore del Museo “Sigismondo Castromediano” Antonio Cassiano; Il mito, disincanto e poesia, dell’archeologa Anna Lucia Tempesta; L’esistenza, come racconto e poesia. L’arte di Giancarlo Montelli, del compianto filosofo Giovanni Invitto; Dove abita Diabolik, di Brizia Minerva; Pinocchio: una storia vera, del compianto poeta Mario Lunetta; In ricordo graffiante di legno e china, di Vauro; Un Pinocchio Odradek, di Claudio Del Bello; Le historie di Giancarlo Montelli, di Vito Riviello; La leggerezza di… pensieri di piombo, di Antonietta Fulvio. Don Chisciotte & C. (Odradek Edizioni, Roma 2020, pp. 136). Dedicato a Laura e Valentina. Viene presentato così: «Un libro di disegni con un folle hidalgo/ nel quale si possono trovare/ cavalieri erranti/ e cavalieri inesistenti/ dei e semidei/ scudieri e somari/ baroni e conti/ eroi interi/ e visconti dimezzati/ re e paladini/ donne fatali/ e fiere guerriere/ cavalli rampanti e ronzini/ cavalli di legno/ draghi fiammeggianti/ e draghi di latta/ tutti disdegnati colorati e raccontati/ quando la fantasia/ e la realtà si confondono».
Le opere d’ambientazione mitica del Maestro sono da capire ammirandole e studiandole. Non v’è altro modo per poter poi dire e commentare. Le illustrazioni che riguardano aspetti civili e sociali come pure quelle che riguardano l’ambiente, la flora e la fauna sono straordinariamente espressive. Ad esempio, l’opera L’albero degli Uccelli, è qualcosa che va al di là della semplice illustrazione; l’artista dipinge un grande albero della vita e dalla chioma, quasi fosse una sorta di finestra a cielo aperto, fa spuntare i becchi di alcune varietà di uccelli migratori. Ma il libro che racchiude un po’ tutta l’opera del Maestro Giancarlo Montelli è Ritratti. 100 personaggi disegnati e raccontati da Giancarlo Montelli, Odradek Edizioni, Roma 2024, pp. 216.
Nella prima aletta di copertina, scrive: «Sono 100 ritratti tra i tanti che Giancarlo Montelli ha realizzato per i giornali con i quali ha collaborato continuamente, “La Repubblica”, “L’Espresso”, “Europa” […] Le tecniche? Le più varie, a volte velocissimi schizzi a matita o a penna per fissare rapidamente su carta i tratti del viso […] altri eseguiti con più accuratezza usando acquerelli, penne, pastelli, e gessi colorati. Sempre con l’intento e la speranza di rubare l’anima di questi giganti dell’arte, della letteratura, della storia. Anche i testi che accompagnano le immagini a volte sono veloci biografie, a volte semplici impressioni che Montelli ha voluto annotare».
Ed ecco i 100 grandi personaggi della storia, dell’arte, della poesia, della scienza, ….: «Albert EINSTEIN, Al CAPONE, Alcide DE GASPERI, Alda MERINI, Aldo FABRIZI, Alexandra DAVID-NEEL, Alfred HITCHCOCK, Amelia EARHART, Andrea CAMILLERI, Antonio GRAMSCI, Antonio PROCACCI, Arthur SCHOPENHAUR, Aung San SUU KYI, Barbara SPINELLI, Bertold BRECHT, Boris PASTERNAK, Carola RACKETE, Charles DARWIN, Charles DICKENS, Che GUEVARA, COLETTE, Corrado AUGIAS, Diane FOSSEY, Eleonora DE FONSECA PIMENTEL, Emanuele MACALUSO, Emil LUDWING, Emma GONZALES, Enrico BERLINGUER, Ernest HEMINGWAY, Eugenio MONTALE, Ezio BOSSO, Federico BARBAROSSA, Fedor, DOSTOEVSKIJ, Frank L. WRIGHT, Franco BATTIATO, Franz KAFKA, Frida KHALO, Gabriel GARCIA MARQUEZ, Gengis KHAN, George SAND, Gianni MINÀ, Gianni RODARI, GIOVANNI XXIII e PAOLO VI, Gino STRADA, Giuseppe UNGARETTI, Grazia DELEDDA, Greta GARBO, Guglielmo MARCONI, Gustave FLAUBERT, Hans Christian ANDERSEN, Henri STANLEY, Herman MELVILLE, Honoré DE BALZAC, Ibn BATTUTA, Indira GANDHI, Isadora DUNCA, James JOYCE, Jorge Luis BORGES, José SARAMAGO, Josip OSTI, Juliette GRECO, Karl MARX, Leni RIEFENSTAHL, Lev TOLSTOJ, Louise FARRENC, Luis SEPULVEDA, Luciano BIANCIARDI, Mae WEST, Mahatma GANDHI, Mao ZEDONG, Marguerite YOURCENAR, Marie CURIE, Marielle FRANCO, Mark TWAIN, Maga HARI, Marylin MONRE, Miguel DE CERVANTES, Milan KUNDERA, Natalie GINZBURG, Nellie BLY, Otto VON BISMARCK, Pablo PICASSO, Paul CEZANNE, Philippe DAVERIO, Pier Paolo PASOLINI, Primo LEVI, Rabindranath TAGORE, RICCARDO III, Rose LUXEMBURG, Rudolph ERIC RASPE, Sandro PERTINI, SCHIZZI, Sigmund FREUD, Simon DE BEAVOIR, Slobodan MILOSEVIC, Sofonisba ANGUISSOLA, Sorelle GIUSSANI, Tina MODOTTI, TOTÒ, Virginia OLDOINI, Virginia WOOLF, Vladimir NABOKOV, VOLTAIRE». Montelli presenta questi personaggi, scrivendo: «Si dice che ritrarre un volto è un po’rubarne l’anima. Ebbene sì. È quello che cerco di fare quando ritraggo i miei personaggi, cercando nei loro volti la grandezza delle loro opere o azioni. C’è un segreto per realizzare un bel ritratto? Non lo so anche se ho cercato di razionalizzare un modo di procedere insegnando nelle scuole di comunicazione visiva. Ma non c’è un metodo […] Quando prendo la penna, la matita o il pennello, a volte comincio a tracciare le ombre e le luci, a volte l’ovale del viso e subito gli occhi, soddisfatto solo se mi guardano con la luce della vita dentro, a volte mi colpisce la bocca, la parte più nobile del volto. […] Quanti personaggi stanno silenziosi nelle cassettiere del mio studio! Disegni stratificati nel tempo, uno sull’altro, frutto del mio lungo lavoro per quotidiani, settimanali e libri. Ebbene ho aperto i cassetti e li ho fatti uscire dalla loro silente oscurità, spargendoli sui tavoli, sul pavimento, ovunque e dicendo loro che non li avevo dimenticati. […] Sono 100 e più ritratti».
Che dire? Che scrivere ancora? Mi fermo qui, augurando al Maestro, all’artista, al caro amico, a Giancarlo ogni bene e lunga vita. Per l’artista romano Giancarlo Montelli due sono stati gli eventi importanti di fine novembre 2006: la mostra antologica inaugurata domenica 26 presso le sale d’esposizione del Museo Provinciale “Sigismondo Castromediano” di Lecce e la pubblicazione, per “Il Raggio Verde Edizioni” del catalogo dal titolo “Dalla Favola al Mito”. La mostra, che resterà aperta fino al 31 gennaio 2007, ha avuto già un successo con la partecipazione all’inaugurazione delle massime autorità istituzionali della Provincia davanti a numeroso pubblico, quanto al catalogo si tratta di un bel volume in quarto con gli interventi in indice del Presidente della Provincia, senatore Giovanni Pellegrino, che scrive la “Presentazione”; e a seguire gli interventi del direttore del Museo, Antonio Cassiano (“Dalla favola al mito”); della Presidente Il Raggio Verde Edizioni, Giusy Petracca, che scrive sul risvolto di copertina; Anna Lucia Tempesta, (“Il mito, disincanto e poesia”); Giovanni Invitto (“L’esistenza come racconto e utopia. L’arte di Giancarlo Montelli”); Brizia Minerva (“Dove abita Diabolik”); Mario Lunetta, (“Pinocchio: una storia vera”); Vauro Senese (“In ricordo graffiante di legno e china”); Claudio Del Bello (“Un Pinocchio Odradek”); Vito Riviello (“Le historie di Giancarlo Montelli”); Antonietta Fulvio (“La leggerezza di… pensieri di piombo”). Ampio e autorevole il Comitato Tecnico Scientifico della Mostra e dello stesso Catalogo con i nomi di Antonio Cassiano, Antonietta Fulvio, Lucio Galante, Giovanni Invitto, Brizia Minerva, Giusy Petracca. Il progetto grafico del Catalogo è dello stesso artista Giancarlo Montelli.
La parte iconografica del Catalogo è un florilegio di colori, di forme, di figure, di ambientazioni favolistiche, di ritratti di personaggi (i miti) che hanno fatto la storia di tutti i tempi “catturati” in una posizione e situazione che solo l’artista ha potuto vedere e intuire. Stupendo e enigmatico il ritratto al padre della psiconalisi Sigmund Freud, e amazzonico e floreale il ritratto a Henry Stanley; un sognatore, un infinito universale il ritratto allo scrittore Jorge Luis Borges; non di meno sono i ritratti a Marconi, Wright, Monroe, al Capone, Kennedy, Von Bismarck, Nabokov, Twain, Virginia Woolf, Hitchcock; ancora un altro incanto il ritratto al profeta letterario Lev Tolstoj; e la forza della classe il ritratto a Karl Marx, il propugnatore della riscossa delle classi lavoratrici in epoca moderna; emblematico il ritratto al padre della rivoluzione culturale Mao Zedong. È quasi ovvio dire che il ritratto a Pablo Picasso, il pittore che in sé ha enucleato la pittura di tutti i tempi, è un ritratto che ritrae l’anima pittorica dell’artista, di quello che più non è a quello che è e di cui stiamo scrivendo.
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IL PINOCCHIO DI GIANCARLO MONTELLI di Maurizio Nocera
La bibliografia di Carlo Collodi (al secolo Carlo Lorenzini di Collodi -frazione di Pescia- dove era nata la madre), relativa a Le avventure di Pinocchio è praticamente estesissima. La prima puntata di questa straordinaria e fortunata favola che, in un primo momento, ebbe come titolo Storia di un burattino (successivamente questo titolo diverrà il sottotitolo de Le avventure), venne pubblicata il 7 luglio 1881 sul «Giornale per bambini», settimanale romano diretto da Ferdinando Martini e governato da Guido Biagi. Su quel giornalino, per tutte le settimane, fino al numero 4 della terza annata del settimanale, cioè fino al 25 gennaio 1883, apparvero tutte le storie. Quindi, la Storia di Pinocchio venne pubblicata per diverse settimane, in questo ordine: anno I (1881): n. 1 (7 luglio), n. 2 (14 luglio), n. 5 (4 agosto), n. 7 (18 agosto), n. 10 (8 settembre), n. 11 (15 settembre), n. 16 (20 ottobre), 17 (27 ottobre). Anno II (1882): n. 7-12, 18-22, 47, 48, 50-52 (16, 23 febbraio; 2, 9, 16, 23 marzo; 4, 11, 18, 25 maggio; 1 giugno; 23, 30 novembre; 14, 21, 28 dicembre 1882). Anno III (1883): n. 3, 4 (18, 25 gennaio 1883). I capitoli, però, rimasero sempre nel numero di 36, tanti quanti appaiono anche nel testo illustrato da Giancarlo Montelli.
In forma di libro Le avventure di Pinocchio (le edizioni di questo capolavoro della letteratura infantile -ma non solo infantile- successivamente, assieme ad altre storie che lui si rifacevano, furono chiamate Pinocchiate) apparvero per la prima volta nello stesso anno 1883, editore Felice Paggi di Firenze e con le illustrazioni di Enrico Mazzanti. Gli illustratori e gli incisori de Le avventure di Pinocchio, in Italia furono centinaia e centinaia, assieme a quelli del resto del mondo migliaia. Il primo di questi illustratori l’ho già citato: Enrico Mazzanti, le cui illustrazioni sono apparse in decine e decine di edizioni successive. Nell’ottava edizione del libro (1894) a questo primo illustratore venne associato Giuseppe Magni, col quale furono pubblicate ancora molte altre edizioni successive. Ma, gli illustratori e gli incisori furono veramente tanti, tra cui Carlo Chiostri che, a partire dal 1901, illustrò diverse edizioni; Attilio Mussino che, a partire dal 1911, ne illustrò moltissime; e poi ancora Luigi e Maria Augusta Cavalieri; e il pittore Fiorenzo Faorzi, il pittore Giove Toppi, e ancora Jacovitti, Jonni, Giuseppe Galizzi, Edoardo Bargheer, Leo Mattioli, Piero Bernardini, Sirti e Vannucci, Walt Disney, altri ancora, fino all’ultimo illustratore che oggi abbiamo qui davanti a noi: Giancarlo Montelli.
Il libro delle edizioni dell’Odradek (che poi riproduce le tavole esposte), nel pieghevole della prima della copertina, dichiara quelle che sono le intenzioni dell’illustratore Giancarlo Montelli, quelle cioè di darci un «Pinocchio antagonista fin che può.. che “non vuole crescere”; semplicemente non vuole diventare quell’orrendo, omologato, pettinato, ben vestito, ben comprante ragazzino occhiceruleo dell’ultima pagina del testo di cui Montelli ci risparmia di rappresentare l’orrore; il Pinocchio da cui ci accomiatiamo è quello sul limitare della morte, che ràntola e urla nella metamorfosi. Un Pinocchio, questo, che ribalta e comunque manda in pezzi il significato sedimentato e incrostato del libro: da storia per bambini, a fiaba tragica per adulti».
Nel libro, oltre la grande, stupenda copertina, interamente illustrata, vi sono 15 illustrazioni a doppia pagina, 37 illustrazioni a pagina intera oppure stese su due mezze pagine, infine tantissime figure inserite nel testo. C’è una drammatizzazione continua nel percorso della favola, spesso esposta dall’illustratore nella voluta contorsione e disarmonia delle forme; impressionanti gli occhi del burattino di legno. L’ho già scritto sopra: dentro l’orbita, si avvolge e si riavvolge una spirale infinita che sembra crollare nel magico, nel misterico, nel fantastico nulla cosmico. C’è l’illustrazione di un Pinocchio assassino (del grillo parlante), il cui legno dell’artiglio sembra uscire dalla pagina e colpire perfino il lettore. Ancora. C’è un’altra illustrazione, quella di Mangiafuoco e le sue marionette che, nell’inseguimento delle linee di china dell’illustratore Montelli, sembrano colpire quel povero diavolo di Pinocchio, ora disarticolato ed appeso ad un chiodo. Ci sono le illustrazioni del gatto e della volpe che proprio altro non sono che un povero animale gatto ed una povera volpe animale (qui non c’è alcun tentativo dell’illustratore -che ovviamente non lo desidera- di voler umanizzare alcunché). L’illustrazione dell’Osteria del “Gambero rosso” è una favola di una dimora appesa al cielo, mentre la fata dai capelli turchini, una volta è una bella fanciulla “ip op” che s’affaccia ad una finestra sospesa nello spazio, un’altra volta è uno straordinario fuso con cappello ad elmetto sulla testa, capelli turchini che volano al vento e, infilato nel fuso del corpo della fata, un Pinocchio con la pancia bucata. Straordinario l’acquerello del mostro- serpente che spaventa il burattino. E poi, via via di seguito tutto il resto delle tavole che qui non commento, perché esse parlano da sole; basta solo saperle guardare, avere occhi per guardarle e ammirarle. Solo l’ultima illustrazione mi ha impressionato più di tutte, mai vista tra i tanti libri della mia collezione collodiana. Il pezzo di legno, che nel finale del testo di Collodi si va trasformando da burattino in ragazzino, qui, nell’immaginario concreto ed estremamente umano di Giancarlo Montelli, egli assume le sembianze di un uomo dai bicipiti possenti, dalla grande mano di uomo lavoratore, dall’urlo che gli prorompe dalle labbra quale grido di battaglia, di lotta per una condizione inaccettata.